UNA COSA ENORME
uno spettacolo di Fabiana IacozzilliSecondo capitolo della Trilogia del Vento
Quando il soprannaturale entra in un essere che non ha sufficiente amore per riceverlo diventa un male.
Simon Weil
Ognuno di noi nella sua vita ha un punto conficcato come un palo nel terreno al quale lo lega un elastico. Cerca d’allontanarsi; al prezzo di sforzi sovrumani avanza nel corso dei giorni, dei mesi degli anni. Ma più si discosta dal palo, più l’elastico si tende e lo trattiene. E quanta più strada farà, tanto più violento sarà il rinculo quando il palo lo richiamerà a sé, forte della sua stessa forza: poiché la potenza dell’elastico l’avrà alimentata egli stesso, un passo dopo l’altro, fino al momento che, esausto, sarà stato costretto a fermarsi.
Le dinamiche dell’abbandono
Il desiderio di essere madre e il suo contrario, la capacità di prendersi cura sono il cuore del lavoro. In scena, una donna con una pancia enorme si muove nel suo spazio fatto di pochi oggetti tra i quali riesce ancora a essere se stessa: un frigorifero, una macchina del gas, una poltrona, una pianta morta. La donna è in costante e paranoico ascolto di una minaccia che incombe dall’alto.
È incinta da un tempo indefinito e da un tempo infinito cerca di tenere dentro di sé il proprio pargolo, di impedirgli di venire al mondo. Che peso ha nelle viscere di una donna l’essere e il non essere madre? Che forma o che resistenza accanita assumiamo nel riconoscerci, nel ritrovarci a doverci prendere cura? Che peso ha un/a figlia/o, una madre, un padre? In una lentezza serrata, senza scampo, Una cosa enorme parte dal confronto aperto con l’essere generativ_ e lo declina con l’essere generat_. Fabiana Iacozzilli declina le interviste audio e le parole di Orna Donath e di Sheila Heti sull’essere madri, nel silenzio, fino a dissolvere la scena in una dimensione installativa.
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Trilogia del vento
La Trilogia del vento è un trittico in cui Fabiana Iacozzilli si interroga su tre tappe dell’esistenza umana: l’infanzia e il rapporto con i maestri che ci mostrano o ci impongono delle vie da percorrere (La classe); la maturità e il rapporto con la genitorialità e la cura (Una cosa enorme) e, infine, la vecchiaia in rapporto con il vuoto e il senso della memoria (Il grande vuoto). I punti di partenza sono stati da un lato – e per la prima volta – il dato biografico dell’autrice e dall’altro il lavoro di nutrimento della materia artistica, condotto attraverso le interviste a donne e uomini pront* a condividere una scheggia della propria vita.
Bio
Fabiana Iacozzilli, regista-autrice porta avanti un lavoro di ricerca improntato sulla drammaturgia scenica e sulle potenzialità espressive della figura del performer. Collabora dal 2013 con il Teatro Vascello e dal 2017 con Cranpi e Carrozzerie N.O.T. Dal 2011 è membro del LINCOLN CENTER DIRECTORS LAB/ Metropolitan N.Y. Tra i suoi spettacoli: Aspettando Nil con il quale vince l’Undergroundzero Festival di New York; La trilogia dell’attesa vincitrice del Play Festival (Atir e Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa); La classe che vince il bando di residenze interregionali CURA 2018, debutta a Romaueropa Festival 2018 e vince il Premio In-Box 2019, il Premio della Critica ANCT 2019 e ottiene quattro nomination UBU 2019 (miglior progetto sonoro vinto da H. Westkemper); Una cosa enorme che debutta alla Biennale Teatro 2020 e replica a REF2021.
Nel 2023 debutta con En Abyme alla Biennale di Venezia e con Il grande vuoto a REF 2023, spettacolo che chiude il trittico La trilogia del vento. Si occupa inoltre di pedagogia teatrale e di progetti che usano il teatro come strumento di interazione culturale: nel 2021 è regista di Abitare il ritorno progetto di teatro comunitario ideato da Asinitas e inserito in INCROCI (progetto di interscambio tra realtà che usano il teatro come strumento di interazione culturale) e nel progetto di scambio internazionale di pratiche teatrali Literacy Act; Nel 2023 cura insieme a Cranpi e in collaborazione con Villa Pia-Italian Hospital Group di Guidonia Montecelio il progetto Piccole donne – da L. M. Alcott – un laboratorio di teatro integrato con giovani donne che soffrono di disturbi alimentari.
UNA COSA ENORME
Spettacolo vincitore: Last Seen 2021 Krapp’s Last Post
uno spettacolo di Fabiana Iacozzilli
con Marta Meneghetti, Roberto Montosi
scene Fiammetta Mandich
luci Luigi Biondi, Francesca Zerilli
suono Hubert Westkemper
musiche Tommy Grieco
realizzazione body suit Makinarium (special – visual – effects)
collaborazione ai costumi Davide Zanotti, Anna Coluccia
aiuto regia Francesco Meloni
assistente alla regia Cesare Santiago Del Beato
assistente alla drammaturgia Carola Fasana
fonico Jacopo Ruben Dell’Abate
collaborazione artistica Lorenzo Letizia, Luca Lòtano, Ramona Nardò
foto di scena Manuela Giusto
ufficio stampa Linee Relations
un ringraziamento a Giorgio Testa
un ringraziamento speciale a Beatrice Fedi, Olga Galieri, Paola Sambo, Luana Provenziani, Gaia Clotilde Chernetich, Gianmarco Vettori, le donne del progetto Dentro la visione, gli artisti che hanno partecipato al laboratorio Labirion, le donne e gli uomini che abbiamo intervistato.
produzione Cranpi, La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello Centro di Produzione Teatrale, Fondazione Sipario Toscana-Centro di Produzione teatrale, Carrozzerie | n.o.t
con il contributo di MiC – Ministero della Cultura, Regione Lazio – Direzione Regionale Cultura e Politiche Giovanili – Area Spettacolo dal Vivo
con il sostegno di Teatro Biblioteca Quarticciolo, Periferie Artistiche Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio, ATCL Circuito multidisciplinare della Regione Lazio per Spazio Rossellini
con il supporto di Nuovo Cinema Palazzo, Labirion Officine Trasversali
DEBUTTO: Biennale Teatro 2020
INFO
Cranpi
Antonino Pirillo mob + 39 347 8312141
Giorgio Andriani mob + 39 338 4349819
email spettacoli@cranpi.com